Iniziando l'anno ed ogni giorno, ci si rivolge alle stelle per sapere quale sarà la sorte, la strada, il destino, il bene, il male.
Ci si crede o per curiosità, si pensa di conoscere o per ignoranza ci si lascia influenzare dai media che esse abbiano quelle cose da dirci.
Ho immaginato il Pastorello Davide mentre di giorno e di notte, prendendosi cura delle pecore, osservava il cielo, la terra e veniva ispirato a scrivere poesie come questa.
I cieli raccontano la gloria di Dio
e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani.
Un giorno rivolge parole all'altro,
una notte comunica conoscenza all'altra.
Non hanno favella, né parole;
la loro voce non s'ode,
ma il loro suono si diffonde per tutta la terra,
i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo.
Là, Dio ha posto una tenda per il sole,
ed esso è simile a uno sposo ch'esce dalla sua camera nuziale;
gioisce come un uomo forte lieto di correre la sua corsa.
Egli esce da una estremità dei cieli,
e il suo giro arriva fino all'altra estremità;
e nulla sfugge al suo calore.
dal Salmo 19 del Re Davide