Phil Keaggy - Fragile Forest
mercoledì 2 giugno 2010
martedì 23 marzo 2010
It's for You - Pat Metheny & Lyle Mays
It's for You - Pat Metheny & Lyle Mays
Buon Viaggio ai Viaggiatori che "sentono" la Musica della Natura con i loro sensi e con gran senso di rispetto.
Buon Viaggio ai Viaggiatori che "sentono" la Musica della Natura con i loro sensi e con gran senso di rispetto.
sabato 20 marzo 2010
Un Giorno di Sole - Jovanotti
Un Giorno di Sole - Jovanotti
"Oggi è un Giorno di Sole, niente mi può fare male"
"Oggi è un Giorno di Sole, niente mi può fare male"
sabato 13 marzo 2010
Dietro me - Pierangelo Bertoli
Dietro me - Pierangelo Bertoli
Chissà cosa farò, sarò furia o pazienza
o timore o speranza, avrò gli occhi appannati
io che sono animale abituato a lottare
e non ho pianto mai le cento volte
che sono stato colpito e umiliato, che sono caduto.
Chissà cosa farò quando inizia il futuro
ed un po' sarò morto, avrò chiaro il pensiero
da gridarmi che è vero, non è la fantasia
io che ho sognato di lasciare dietro me
un grido una canzone una parola una bandiera od un figlio
E non mi vergognerò di ridere di niente
di fare anche il pagliaccio io che non l'ho fatto mai
di accarezzarti il viso, dirti grazie con un sorriso
e se ti farà piacere dirti che sembra proprio me
Chissà cosa farò quando avrò fra le dita
l'incredibile vita, la fiducia nell'uomo
di passione e ragione non dirò ti ricordi
io che ho vissuto di ricordi di canzoni
battaglie ed illusioni non dirò più ti ricordi ma domani
E non mi vergognerò di piangere di niente
di fantasticare già su quello che sarà lui
di stringerti le mani di appoggiarti la testa al seno
e se ti farà piacere dirti che sembra solo te
So già cosa gli dirò quando potrà sentirmi
quando potrà capirmi: devi essere uomo
che cammina nel mondo e che vuole invecchiare
e ridere del sole e gridare insieme al vento
e credere nel giorno che saprai cosa dire a tuo figlio
Chissà cosa farò, sarò furia o pazienza
o timore o speranza, avrò gli occhi appannati
io che sono animale abituato a lottare
e non ho pianto mai le cento volte
che sono stato colpito e umiliato, che sono caduto.
Chissà cosa farò quando inizia il futuro
ed un po' sarò morto, avrò chiaro il pensiero
da gridarmi che è vero, non è la fantasia
io che ho sognato di lasciare dietro me
un grido una canzone una parola una bandiera od un figlio
E non mi vergognerò di ridere di niente
di fare anche il pagliaccio io che non l'ho fatto mai
di accarezzarti il viso, dirti grazie con un sorriso
e se ti farà piacere dirti che sembra proprio me
Chissà cosa farò quando avrò fra le dita
l'incredibile vita, la fiducia nell'uomo
di passione e ragione non dirò ti ricordi
io che ho vissuto di ricordi di canzoni
battaglie ed illusioni non dirò più ti ricordi ma domani
E non mi vergognerò di piangere di niente
di fantasticare già su quello che sarà lui
di stringerti le mani di appoggiarti la testa al seno
e se ti farà piacere dirti che sembra solo te
So già cosa gli dirò quando potrà sentirmi
quando potrà capirmi: devi essere uomo
che cammina nel mondo e che vuole invecchiare
e ridere del sole e gridare insieme al vento
e credere nel giorno che saprai cosa dire a tuo figlio
Hakuna matata - Il Re Leone W. Disney
Hakuna matata - Il Re Leone - Walt Disney
Simba fugge per lunghissima strada, sforzatosi troppo si addormenta e si risveglia tra le braccia del suricato Timòn ed il facocero Pumbaa, che lo educano a godersi la vita senza preoccupazioni, attraverso il loro motto Hakuna matata. Egli cresce sino a diventare un leone adulto, ignaro della sorte della sua famiglia...
venerdì 12 marzo 2010
Mio Figlio - Pierangelo Bertoli
Mio Figlio - Pierangelo Bertoli
http://www.youtube.com/watch?v=5z_lRz9w3Uw
Mio figlio dovrà essere un guerriero
Un duro nell'azione e nel pensiero
Se vorrà farsi a forza un posto al sole
Dividerà i pensieri e le parole
Dovrà tenersi in mente che il governo
per dieci anni scatenò un inferno
Lanciò una guerra santa ai terroristi
Così salvo ministri e giornalisti
A lui potrà sembrare anche incredibile
Ma la paura annulla l'impossibile
Ma manette tutto questo andava in porto
La mafia grufolava dal suo orto
E sparse per l'Italia tanti morti
che ancora non riusciamo a farci i conti
Al massimo si sentono belati
Ma non ho ancora visto i carri armati
Le vittime son gente che non conta
Discuteremo il tema un'altra volta
Mio figlio avrà un futuro da sparviero
Se vorrà stare vivo per davvero
Dovrà guardare avanti e non voltarsi
e soprattutto non dovrà bucarsi
E tutto verrà avanti com'è scritto
sui testi del mercato e del profitto
Si allargherà la forza dell'impresa
La mafia è un organismo ad alta resa
Se un giorno soffrirà di solitudine
Poi finirà per farci l'abitudine
E più ci penso più mi sento male
Nemmeno ci si sogna di cambiare
Future abilità, speranze umane
Riuscire a galleggiare sul letame
Da sopra alle montagne del potere
Ognuno adesso ha al caldo il suo sedere
Si nutrono sospetti, poco importa
Si archivierà il problema un'altra volta….
http://www.youtube.com/watch?v=5z_lRz9w3Uw
Mio figlio dovrà essere un guerriero
Un duro nell'azione e nel pensiero
Se vorrà farsi a forza un posto al sole
Dividerà i pensieri e le parole
Dovrà tenersi in mente che il governo
per dieci anni scatenò un inferno
Lanciò una guerra santa ai terroristi
Così salvo ministri e giornalisti
A lui potrà sembrare anche incredibile
Ma la paura annulla l'impossibile
Ma manette tutto questo andava in porto
La mafia grufolava dal suo orto
E sparse per l'Italia tanti morti
che ancora non riusciamo a farci i conti
Al massimo si sentono belati
Ma non ho ancora visto i carri armati
Le vittime son gente che non conta
Discuteremo il tema un'altra volta
Mio figlio avrà un futuro da sparviero
Se vorrà stare vivo per davvero
Dovrà guardare avanti e non voltarsi
e soprattutto non dovrà bucarsi
E tutto verrà avanti com'è scritto
sui testi del mercato e del profitto
Si allargherà la forza dell'impresa
La mafia è un organismo ad alta resa
Se un giorno soffrirà di solitudine
Poi finirà per farci l'abitudine
E più ci penso più mi sento male
Nemmeno ci si sogna di cambiare
Future abilità, speranze umane
Riuscire a galleggiare sul letame
Da sopra alle montagne del potere
Ognuno adesso ha al caldo il suo sedere
Si nutrono sospetti, poco importa
Si archivierà il problema un'altra volta….
La Favola di E.T. e Pierangelo Bertoli
E.T. e Pierangelo Bertoli cantano FAVOLA
La FAVOLA di E.T. & P. Bertoli
Sognai per me un mondo con E.T.,
un fragile sogno che forse non c'è.
Sperai che tu, nei tuoi occhi blu,
avessi i pensieri che non trovo più.
Amai in E.T. un re che non c'è,
e solo la mente risveglia per me.
Pensai che tu coi tuoi occhi blu
venissi e non te ne andassi mai più.
Cantai perché cantassi con me,
e il canto era dolce, cantato da E.T..
Scherzai perché ridessi di me,
e un caldo sorriso sgorgasse da E.T..
Parlai di E.T. parlando con me,
al mondo discorso più bello non c'è.
Scoprii che tu coi tuoi occhi blu
parevi una stella caduta quaggiù.
Infine tu tornasti lassù,
e non ho più visto quei tuoi occhi blu.
Rimase a me un mucchio di "se":
"se avesse", "se fosse", "se disse", "se c'è".
Amai, cantai, pensai e parlai,
e adesso ho soltanto un ricordo oramai.
Scoprii, sognai, scherzai e pregai;
ricordi di un tempo più morto che mai.
Detto tra noi - Edoardo Bennato
Detto tra noi - Edoardo Bennato
Guarda quel castello è tuo, è tuo se lo vuoi... Io aprirò il cancello e tu, tu mi seguirai... ... e dentro i viali di quel giardino, ti ci ritroverai: ci hai vissuto per ore ed ore nei sogni tuoi....
Guarda quel castello è tuo, è tuo se lo vuoi... Io aprirò il cancello e tu, tu mi seguirai... ... e dentro i viali di quel giardino, ti ci ritroverai: ci hai vissuto per ore ed ore nei sogni tuoi....
I sogni son desideri - Cenerentola
I sogni son desideri - Cenerentola
I sogni son desideri
chiusi in fondo al cuor
nel sonno ci sembran veri
e tutto ci parla d’amor
se credi chissà che un giorno
non giunga la felicità…
non disperare del presente
ma credi fermamente
e il sogno realtà diverrà!
Se il mondo soffrir ti fa
non devi disperar
ma chiudi gli occhi per sognar
e tutto cambierà.
I sogni son desideri
chiusi in fondo al cuor
nel sonno ci sembran veri
e tutto ci parla d’amor
se credi chissà che un giorno
non giunga la felicità…
non disperare del presente
ma credi fermamente
e il sogno realtà diverrà!
Se il mondo soffrir ti fa
non devi disperar
ma chiudi gli occhi per sognar
e tutto cambierà.
ETERNIT...à
ETERNIT...à
Il termine deriva dalla locuzione latina "ex" (fuori) e da "ternum" (terno) ovvero "fuori dal terno"!!!
Stare qui ha il sapore dell' eternit...à
Eternit...à, spalanca le tue braccia
io sono qua, accanto alla felicità che dorme...
Eternità Sanremo 1970 Ornella Vanoni
Eternità Sanremo 1970 i Camaleonti
giovedì 11 marzo 2010
L'Albero di trenta piani - Adriano Celentano
L'Albero di trenta piani - Adriano Celentano
ALBERIabarialberiAbarialberiaBARI...ARIAlberiAbariARIAlberiAbariarialberi...
A...BARI...ALBERI...ARIA...LIBERA...A...BARI...
ALBERIabarialberiAbarialberiaBARI...ARIAlberiAbariARIAlberiAbariarialberi...
A...BARI...ALBERI...ARIA...LIBERA...A...BARI...
mercoledì 10 marzo 2010
lunedì 8 marzo 2010
Sole Vento Alberi - Fratelli d'Italia!...l'Italia s'è desta??...
Fratelli d'Italia!...l'Italia s'è desta??...
Destàre - sembra contratto da DE EX-CITARE (Desc'Tàre) comp. del lat. Ex-Citàre svegliare (onde il sardo scidai e il napoletano scetare) prefissa la partic. intensiva DE; ma lo Storm propone la forma *DIS-CITARE*, che il Körting dice meritare la preferenza (v. Eccitare)- Scuotere dal sonno, dal torpore, eccitare. http://www.etimo.it/?term=destare
Destàre - Svegliare qlcu.: mi ha destato il suono delle campane; in senso fig., risvegliare un sentimento, un'emozione SIN suscitare: d. scalpore
fig. Detto di sentimenti, pensieri e sim., risvegliarsi in qlcu.: nuove speranze si destano nei loro animi http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/destare.shtml
Sole Vento Alberi...destano l'interesse di altri popoli, ma meno di quello italiano.
http://www.presadiretta.rai.it/dl/portali/site/puntata/ContentItem-3bf02ec2-c958-4f14-a6ec-6a0ffc21f4d1.html
mercoledì 3 marzo 2010
Napoli, Italia... Amore Mio... Sei tu O' Paese do Sole!!
Napoli, Italia... Amore Mio... Sei tu O' Paese do Sole!!
Napule, Chist'è o paese do sole - Pavarotti returns to Naples
Napule, Chist'è o paese do sole - Pavarotti returns to Naples
Lünen, Germany... Chist'è 'o paese d "_" o sole!...???
Lünen, Germany... Chist'è 'o paese d "_" o sole!...???
martedì 2 marzo 2010
My Message in a Bottle "To Whom It May Concern": "Sind a me Vattin!"
My Message in a Bottle "To Whom It May Concern"
"Sind a me Vattin"... addò uè... k ciu uè...
"Sind a me Vattin"... addò uè... k ciu uè...
La Pouglia è Lounge! - Sim Tourist Inglais - Oeasis
La Pouglia è Lounge! - Sim Tourist Inglais - Oeasis
Messaggio nella Bottiglia - Piero Scamarcio (E. Solfrizzi)
Piero Scamarcio (E. Solfrizzi) - Messaggio nella Bottiglia
"Mò lo mando un S.O.S!... ce disch'!?" :)
"Mò lo mando un S.O.S!... ce disch'!?" :)
Message in a Bottle - The Police & Kanye West- Live Earth New York
Message in a Bottle..."To Whom It May Concern"
The Police & Kanye West - Live Earth New York
The Police & Kanye West - Live Earth New York
La canzone parla di un naufrago su un'isola, che spedisce un messaggio di aiuto in una bottiglia. Un anno dopo, egli comprende che solo la speranza può salvarlo, non l'amore, che può "riparare la tua vita, ma anche spezzarti il cuore". In seguito, vede "cento miliardi di bottiglie" sulla riva, comprendendo che molti altri provano il suo stesso senso di alienazione.
Daisuke Nakanishi - "ArigatōN" in bicicletta ;)
Daisuke Nakanishi - "ArigatōN" in bicicletta ;)
Nato ad Osaka 39 anni fa, Daisuke Nakanishi, dopo essersi laureato in economia ha lavorato per 6 anni in un'azienda di costruzioni. Durante questi anni ha risparmiato qualcosa come 50.000 dollari e poi ha deciso di coronare un suo sogno di gioventù: girare il mondo in bicicletta.
Partito il 23 Luglio 1998 da Anchorage in Alaska ha così cominciato il viaggio che è tuttora in corso. Fino ad oggi ha visitato 123 paesi e ha pedalato per 143.000 chilometri usando sempre la stessa bicicletta.
Nakanishi, che parla fluentemente anche l'inglese e lo spagnolo, ha intrapeso questo viaggio non solo per coronare il suo sogno di quando era bambino, ma anche per promuovere la Pace e la fratellanza fra i popoli. In molti paesi è stato ricevuto con grandi onori. E' diventato cittadino onorario in Perù, Bolivia, Venezuela e Moldavia. Ha addirittura avuto incontri con personaggi famosi quali il Presidente del Nepal, Lech Walesa, Sir Edmund Hillary, il conquistatore dell'Everest, Pelè e Jimmy Carter.
Durante il viaggio ci sono stati momenti di pericolo come quando si è ammalato di malaria in Kenya o quando è stato oggetto di sassate da parte di ragazzini in Etopia. Inoltre ha dovuto rinunciare ad andare in alcuni paesi (Congo, Angola, Iraq e Afghanistan) a causa dei conflitti che imperversavano in quelle zone. Infine in due paesi, Libia e Arabia Saudita, non è potuto andare per problemi di visto.
L'equipaggiamento di Daisuke Nakanishi è essenziale: un sacco a pelo, una tenda, materiali di ricambio per la bicicletta, un po' di vestiti e l'equipaggiamento per cucinare. Comunque, dice Nakanishi, durante le soste in città, spesso viene ospitato dalla gente del posto.
Ma il suo viaggio è quasi alla fine; anche lui comincia a sentire nostalgia di casa. Ancora 7 paesi da visitare e poi ritorno dai genitori con cui, per tutto questo tempo, ha comunicato solo tramite e-mail e internet.
16.04.09
Per informazioni sulla sua impresa potete visitare il suo sito : http://www.daisukebike.be/.da: http://tuttogiappone.myblog.it/archive/2009/04/16/daisuke-nakanishi-il-ciclista-giramondo.html
lunedì 1 marzo 2010
Dean Karnazes ...e cuss'ald fess' iè!?...
Dean Karnazes ...e cuss'ald fess' iè!?...
venerdì 02 marzo 2007
Buona parte dei podisti che conosciamo e con cui ci relazioniamo sono persone assolutamente normali, che corrono per il piacere di farlo e senza particolari grilli per la testa. Ogni tanto scopriamo però che esistono runner fuori dall'ordinario, che compiono imprese al limite dell'immaginazione. Non entriamo nel merito di queste performance, ognuno di voi avrà la propria personale opinione, che ci piacerebbe leggere tra i commenti, ma quest'oggi mi piacerebbe scrivere qualche riga su Dean Karnazes, podista estremo che ha compiuto alcune delle imprese più pazzesche che mi sia capitato di sentire.
Nel nostro paese Dean è poco conosciuto, ma negli Stati Uniti è già considerato una star. Gli americani amano questi personaggi, ma a differenza di atleti di altre discipline, Karnazes di fatica ne ha fatta tanta, ma proprio tanta. Oggi, anche grazie al fisico perfetto e al viso da belloccio, sta riscuotendo un ottimo successo: Sport Illustrated Women l'ha eletto tra i dieci atleti più sexy del mondo e la sua autobiografia "Ultramarathon Man, confessioni di un corridore estremo" è un best seller assoluto.
Ma che ha fatto Dean Karnazes per meritare tutta questa attenzione?! La sua vita, per circa trent'anni, è stata assolutamente normale: una laurea, un lavoro, una famiglia... poi, compiuti i trenta, scatta la folgorazione. La sera del compleanno festeggia al bar con gli amici, quando un'avvenente ragazza si siede al suo tavolo: potrebbe finire come nei film, con i due che escono assieme, diretti verso un amplesso comune, ma Dean preferisce uscire dal locale per mettersi a correre, correre e... correre. Da allora non ha più smesso, se consideriamo che da allora è l’unico uomo al mondo ad aver corso di seguito 350 miglia (563 chilometri) in 80 ore e 44 minuti. Ha corso undici volte la Western State Endurance Run, 160 chilometri su e giù per canyon e montagne nella Sierra Nevada. E un sacco di altri itinerari estremi per dimostrare a se stesso e al mondo che il nostro corpo è perfetto e non ha limiti, se adeguatamente allenato e opportunamente stimolato da una volontà inossidabile. Dean Karnazes è unico nel suo genere, anche se sta certamente facendo proseliti. I maratoneti classici ovviamente ce l'hanno un po' con lui, che però la prende bene ed è solito ribattere: «io corro perché amo la corsa, ogni tanto racconto la mia storia perché spero che possa aiutare gli altri e c’è tanta gente che ha voglia di ascoltarla». Anche nel fisico Dean è diverso dai colleghi ultracorridori. Loro sono solitamente piccoli, magri, rinsecchiti, mezzi storti per la fatica; lui ha un corpo solido come una roccia, «scolpito» in ogni centimetro di muscolo (come lui stesso si definisce nell’autobiografia, un po’ vanesio, ma pienamente giustificato), perché oltre a macinare chilometri, solleva pesi, va in windsurf, nuota, fa push-up, pull-up, sit-up.
La domanda ovvia, che tutti gli fanno è: chi te lo fa fare? Dean Karnazes ha molte risposte pronte. «Per sfuggire all’ordinario». «Per essere umile». «Perché se non lo facessi sarei pigro e depresso e trascorrerei troppo tempo sul divano».
Scritto da Boskizzi aka Max Boschini
Scritto da Boskizzi aka Max Boschini
Approfondimenti:
www.ultramarathonman.com
www.sannicolarunners.it/deankarnazes.html
Mr. Versatility "Ashrita Furman" Best Goofy's Voter! L'uomo più "spostato" di tutti!
Mr. Versatility "Ashrita Furman" Best Goofy's Voter! L' Uomo più "spostato" di tutti!
Ashrita Furman, detto anche Mister Versatilità: l'uomo al mondo che ha collezionato più record nel Guinness dei primati, dal salto della corda sott'acqua alla scalata del monte Fuji in sella a un bastone con le molle fino al miglio percorso a capriole...
Mister Versatilità, questo il soprannome, è nato nel 1954 ed è entrato per la prima volta nel libro dei Guiness con 27mila salti (i cosidetti "jumping jack" - consecutivi), e ad oggi detiene esattamente 137 record, l'ultimo conseguito nel novembre dello scorso anno (7 ore e passa di spinning alla massima velocità)
Tra i primati più strampalati: il maggior numero di salti con la corda sott'acqua, la costruzione del più grande bouquet da sposa, la più lunga distanza percorsa con un’arancia sul naso, la scalata del monte Fuji con il pogo-stick (bastone da salto con le molle). E poi ancora il maggior numero di bicchieri (e successivamente cartocci di latte) tenuti in equilibrio sul mento, e poi una lunghezza di 11 km percorsa con una mazza da golf in equilibrio su un solo dito.
Una delle ultime, in ordine di tempo, è stata quella di aver fatto strike per 21 volte consecutive al bowling. Ovviamente non in maniera convenzionale, ma all’indietro. Anche se senza dubbio, per Ashrita, il record più prestigioso è quello di essere proprio il re assoluto del genere, ovvero l’uomo che ne detiene il maggior numero. E "Mister Versatilità" potrebbe anche prendersela più comoda, perché chiunque lo volesse emulare, ne avrebbe da fare, di strada. Ovviamente in equilibrio in qualche modo strampalato…
da: Libero News+Video http://magazine.libero.it/generali/generali/ne4388.phtml
Guarda video Guinness World Records "Ashrita Furman sul pogo-stick"
sabato 27 febbraio 2010
Il programma elettorale di cetto laqualunque - Totò Vota Antonio Albanese - ITALIANI!...Che tempo che fa
Che tempo che fa - Totò Vota Antonio Albanese - ITALIANI!...
Il programma elettorale di cetto laqualunque
Il programma elettorale di cetto laqualunque
Ciao! Il Paesaggio la Costa la Storia la Civiltà: li vogliamo "salutare/i"? ciao maledetto ciao G. Nannini
Ciao! Il Paesaggio la Costa la Storia la Civiltà: li vogliamo "salutare/i"?
Ciao in inglese si dice "Hello" o "Hi" quando ci si incontra; "Bye Bye" quando ci si lascia.
Lasciare Libero il Passaggio! - Lasciare Libero il Paesaggio!
Gianna Nannini - ciao maledetto ciao
Ciao in inglese si dice "Hello" o "Hi" quando ci si incontra; "Bye Bye" quando ci si lascia.
Lasciare Libero il Passaggio! - Lasciare Libero il Paesaggio!
Gianna Nannini - ciao maledetto ciao
Che Tempo che fa - Antonio Albanese - l'on. cetto laqualunque
L'on. cetto laqualunque - Antonio Albanese - Che Tempo che fa
venerdì 26 febbraio 2010
La pioggia viola - Il polpo - Toti & Tata - Gianni Ciardo
La pioggia viola - Il polpo - Toti & Tata - Gianni Ciardo
U Pulpe se cosch' jind' all'acqua sòa stess'! - Il Polpo si cuoce dentro la sua stessa acqua!
Il Polpo si cuoce dentro la sua stessa acqua!
Il Polpo in pentola sul fuoco, caccia acqua da sè e si cucina in quella. Si spegne il fuoco e si lascia raffreddare nella sua stessa acqua (da qui il proverbio).
Si usa questo detto verso chi non vuole convincersi di una determinata cosa, quindi si vuole significare:
"fallo meditare, che prima o poi si renderà conto da solo; lascialo perdere che quando si scotterà, verrà in sè e si "raffredderà" da solo."
Quando si fa qualcosa che non si dovrebbe e si arreca danno a qualcuno, c'è la possibilità che l' azione si ritorca contro noi stessi.
L'altro significato è che nonostante gli sforzi per consolare una persona, il dolore resta e c'è bisogno di tempo per farlo passare.
U Pulpe Barese - Il Polpo Barese
Poesia sul polpo barese
La malasorte du pulpe barese
Mmenz a tutte l'anmàl ca stonn ò munn stè iun ca ìind a 'mmar, affùnn affùnn, pass la vita sò, ìind a nu mod stran, dìscene ca iè fess e ca mà advènd anziàn...
... U pulp! Tìnere d' cor', d' la pelòs se iè 'nnamràt e stu fatt, sop alla terr, tand s'ha saput', ca p' pizzcàue nn ge vol tand esperiènz, avàst nu spaghe, nu stezz d' p'lòs e la pascènz.
La chedd d'ù pulp, allòr, iè na vita amàr, ma ù chiù sfortunàt iè cudd ca nàsce a Bàar: la vita sò, iè normàl all'ald vann d' la terr, ma dò, p' ìidde iè na traggèdiìe, iè pèsce d' na uèrr.
Appèn ven pizzcàt, accòm ved la prima lùsce, all'anvàm nu muèzzche n-gàp, angòr se ne fùsce; e minz stirdsciùt, p'ù d'lòr e p'ù schkànd, ìind a nudd se send terà tutt l'ndràm.
Non fàsce attìmb a penzà: "Ma cuss iè matt?"... Ca ù Barès ù auànd e ù acchemmènz a sbatt che tutt la forz e le nirv sop alle chiangùn, le cirr s'arrzzèscene e ièss tanda schkùm.
La tortùr non ha fernùt, ù Barès insìst e fort skeduèsce ù pulp ìind ò canìstr: cert, p'tutt esìst la nascìt, la vit e la mort, ma chedd d'ù pulp barès iè na vera malasòrt!
La malasorte del polpo barese
Fra tutti gli animali che esistono al mondo ce n'è uno che, nel mare più profondo, vive la sua vita in un modo strano, dicono sia un ingenuo e che mai diventi anziano.
...Il polpo, tenero di cuore, della pelosa (del granchio) s'è innamorato, e sulla terra, questo, è tanto conosciuto che per pescarlo non occorre tanta esperienza: basta uno spago, un pezzo di granchio e la pazienza.
Quella del polpo è allora, una vita amara, ma il più sfortunato è quello che nasce a Bari; nel resto della terra la sua vita è normale, ma qui per lui è peggio di una guerra!
Appena viene pescato e vede la prima luce, subito un morso in testa, perché non scappi via; e mezzo stordito dal dolore e dallo spavento, in un attimo si sente già svuotare il ventre.
Non fa in tempo a pensare: "Ma questo è matto!", che il Barese lo afferra e comincia a sbatterlo con tutta la forza e i nervi sugli scogli, i tentacoli si arricciano e fanno tanta schiuma.
La tortura non è finita, il Barese insiste, e con forza muove il polpo dentro un cesto; certo, per tutti esistono la nascita, la vita e la morte, ma quella del polpo barese è una vera malasorte!
e VEDI CHE TI MANGI!... VEDI!!... YES extra virgin OLIVE OIL on my RISO PATATE & COZZE!
e VEDI CHE TI MANGI!...VEDI!!
YES !
Only Extra Virgin OLIVE OIL on my
RISO PATATE & COZZE
Patane Ris' e Cozz'! Ris' Cozz' e Patane! - Tiella alla Barese Remix
...e vedi che ti mangi!...vedi!...
...mondiale!...
...ooh...iè prond'!? Mè annusce!! :D
http://www.youtube.com/watch?v=50njRGau33Q
YES !
Only Extra Virgin OLIVE OIL on my
RISO PATATE & COZZE
Patane Ris' e Cozz'! Ris' Cozz' e Patane! - Tiella alla Barese Remix
...e vedi che ti mangi!...vedi!...
...mondiale!...
...ooh...iè prond'!? Mè annusce!! :D
http://www.youtube.com/watch?v=50njRGau33Q
giovedì 25 febbraio 2010
Ma guarda un "PO"! ...l' inquinamento... - Eppure (il vento) soffia (ancora). P. Bertoli
Ma guarda un "PO"! ...l' inquinamento... - Eppure (il vento) soffia (ancora). P. Bertoli
E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
un'isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all'istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario
e presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli
Eppure il vento soffia ancora!!!
E l'acqua si riempie di schiuma il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte
un'isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all'istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario
e presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori
Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie
eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli
Eppure il vento soffia ancora!!!
sabato 13 febbraio 2010
L'Albero della Vita
L'Albero della Vita
Ha proprio l'immagine di un albero rovesciato l'insieme di trachea, bronchi e alveoli polmonari, un albero respiratorio che a ragione può definirsi "Albero della Vita". Attraverso di esso introduciamo nel corpo l'aria necessaria a rifornire di ossigeno tutte le cellule e gli organi. Dalla trachea, l'aria passa nei bronchi fino a raggiungere le ultime ramificazioni dell'albero, i bronchioli, e da lì a piccole cellette sferiche dalla parete sottilissima, gli alveoli polmonari. Se ne contano 300 milioni, che si sviluppano per una superficie di 100 metri quadrati. Hanno dimensioni microscopiche, il loro diametro è di 300 millesimi di millimetro, ma è attraverso la loro parete che avviene il passaggio di ossigeno al sangue e, con direzione contraria, il passaggio dell'anidride carbonica dal sangue agli alveoli.
La funzione respiratoria si svolge...respirando. Meccanicamente inspiriamo (passaggio dell'aria dall'esterno sino agli alveoli) ed espiriamo (passaggio dagli alveoli all'ambiente esterno).
L'aria che arriva agli alveoli porta con sè l'ossigeno, che viene ceduto al sangue che circola nei vasi capillari intorno agli alveoli, mentre l'anidride carbonica del sangue passa nell'aria. Al termine dello scambio, il sangue è più ricco di ossigeno e può distribuirlo a tutto il corpo.
L'Albero della Vita dispone anche di uno straordinario meccanismo difensivo, le "ciglia vibratili" che con il loro movimento ad ascensore e di tipo ondulatorio veicolano in alto, verso l'esterno, particelle di ogni tipo, tra cui le micro-particelle che vengono inglobate nel muco prodotto da cellule specializzate, per essere espettorate o deglutite. E' in questo modo che i germi vengono neutralizzati e annientati.
dall'opuscolo informativo della Lilt
venerdì 12 febbraio 2010
Andiamo a vedere Taranto...
Andiamo a vedere Taranto, "patria soave", diceva con enfasi un archeologo barese di vaglia, col quale mi trovai a fare la gita mesi fa. Ti mostrerò al Museo le statuette tanagrine di tipo prassitelico, i vasi con sopra dipinte le figure dei drammi ellenici, la leggenda di Paride... Ci faremo condurre da Quagliati al punto dell'acropoli, dove fu scoperta l'ara sacra a Venere armata, adorata dai tarentini...
Si mescevano, nel mio compagno, i ricordi oraziani a quelli della potenza di Roma, la musica di Aristòsseno si confondeva con la politica di Agatocle e di Pirro, di Dionigi siracusano. Io pensavo alla potenza dei barbari, Apuli, Salentini, Lucani e Sanniti, che contenne l'espansionismo ellenico, talchè lo Stato rimase nella città, e al singolare ambiente che permise poi lo sviluppo del pitagorismo di Archita; e mi domandavo che mai andavo a fare a Taranto, qual parola vi avrei appreso.
Dopo la sella di Gioia del Colle, a metà circa della Bari-Taranto, che si eleva a 360 metri, dividendo la Murgia di Alberobello da quella di Spinazzola-Santeramo, il pianoro ondulato del Barese, coperto fin lì di vegetazione arborea intensissima, cambia del tutto di aspetto. Se i colli vicini salgono a quote anche più alte, la ferrovia discende per una zona pianeggiante, più misera, quella delle grandi proprietà, delle grandi colture granarie, così poco redditizie, fino al bosco lunghissimo di San Basilio, tutto ad elci e querce più o meno dense. A destra spicca su di un rilievo dolcissimo un piccolo cono grigio scuro ed azzurrino: la Murgia di Marzagaglia, monte Montursi, o già monte Camplo con la cima di Santa Trinità. Anche vorrei distinguere a sinistra monte S. Elia e, dietro monte Arìmini, sulla Taranto-Martina, il gigante della provincia dello Jonio, che si innalza a ben 529 metri, ma già c'incassiamo in una forte depressione verso Castellaneta, appena a 246 metri, lungo una profonda gravina che, costeggiando a sinistra la ferrovia, va prima parallela, poi irregolare e sempre più minacciosa; finchè dopo un lungo giro ad arco sbuchiamo da una galleria sulla cerchia digradante del Tarentino tutto verde, con in fondo il mare azzurro, qualche punto bianco di vele e di alti monti della Calabria.
L'arditissimo ponte di ferro dimostra ora la gravina vertiginosa in tutta la sua orrida scabrosità, con pareti a picco, rosse e gialle di calcare, con speroni formidabili, cui non hanno ancora corroso le nostre piene paurose. Ma verso Palagianello anche le gravine si raggentiliscono: fra i grossi sassi erratici spiccano le chiome rotonde degli ulivi; più giù ancora sono microscopiche e del tutto alberate, con qua e là qualche piccolo masso interrato. Veramente l'arco azzurrino del golfo pare, anche oggi, l'idilliaca cornice fittizia dell'antica città democratica e commerciale, ricca di mollezze, di delizie, di bei monumenti più che di virtù militari. Ed anche da vicino il paesaggio, prima più mosso, si acqueta e si distende in ripiani con piccole gibbosità intensamente alberate di ulivi, qua e là steppose e cespugliose. L'occhio cerca le cittadine di tufo, Castellaneta, Palagianello, poi Massafra a sinistra su di una murgetta ancora brulla e, lontano a destra, appena sollevato sul piano, Palagiano con le sue case disperse; ogni altra asprezza carsica di sassi ruinosi e nudi è lontana, sparita; ogni cavità squallida di questi dintorni rupestri, appianata nel sorriso dell'azzurro, come se questa terra non possa conoscere lagrime. E gli ulivi secolari pare escano ora da un bagno, giovenilmente; e dovunque susini bianchi e peri.
Ecco la punta della Rondinella, ecco il mare quasi a portata di mano, azzurro viola, caldo e cupo, sin dalla prima mattina, quasi quanto quello di Napoli, "l'innamorato mare" dei sognatori e degli stranieri; ma si ricorda ancora di qualche minaccia con i suoi lampi, con le sue striature di verde brusche e livide. Dall'altra parte, l'altra punta del golfo, S. Vito, di là dalle isolette foranee ancora azzurrognole; e la dolcezza del giallo-oro del terreno cretaceo e tufaceo, e un che di roseo e di latteo fra mare e isole.
Illusione di Arcadia: queste cittadine lungo la linea cominciano invece a conoscere la gioia moderna del lavoro e la febbre della ricchezza, sebbene non tutte pulite, mi assicura uno del luogo. Ci sono le cave del tufo, richiesto da ogni parte; l'ulivo è curato a puntino; c'è soprattutto l'industria del pomodoro, e dovunque le piccole stazioni ne sono ingombre. Da Palagianello, che serve di sbocco anche a Palagiano, partono ogni giorno, tra luglio ed agosto, decine di carri di pomodoro fresco, e il prezzo è di duecento lire a quintale, e la primizia primaverile si vende per più, molto più. E ci sono sul luogo anche fabbriche per la conservazione del pomodoro in scatola. Peccato che io non possa discendere! Cose note però: il principio di quella vita economica sicura, che ci permetterà, fra cinquant'anni, di avere finalmente una nostra vita civile: la nostra speranza.
Ma qual è la vita di questa Taranto di oggi?...
...io torno indietro a gironzolare nella Taranto vecchia. Il tempo, come qui, per incostanza di clima, avviene spesso, si è bruscamente messo al buio, e dall'altezza del ponte girevole l'ampia conca ellittica del Mare Piccolo e l'apertura di quello Grande sono serrate da una fumosità bigia ed indistinta, caligine e navi da guerra; ed a me piace di trovarvi altro che il sorriso coagulato e i sospiri, le mollezze e i languori della letteratura di occasione.
La città antica è dunque posta tuttora nell'isola originaria, lanciata a sbarrare i due mari, come una vecchia nave sdrucita, in pieno vento, e chi vuole recarsi alla nuova, giunto dalla stazione al ponte di pietre a porta Napoli e passatolo, prende di solito a destra la magnifica via che si affaccia sul porto mercantile a Mar Grande, "dietro alle mura", donde spazia sul molo, sui velieri e i piroscafi, sulle isole, nell'infinito di cielo e mare, ovvero l'altra, anch'essa esterna, a sinistra, lungo Mar Piccolo, "la marina" brulicante del piccolo commercio marinesco, tuttora grondante e raggiante di acqua a piè del negrore delle case popolari. Il ponte di ferro è, dicevo, all'altro estremo, di passaggio sulla terra ferma, alla città nuova. Nello stesso senso della lunghezza l'isola è attraversata da via Duomo, l'antica via, larga pochi metri, dei palazzi secenteschi, dal budello della "via di mezzo", tagliato in tutti i sensi da centinaia di altri budellini, non più larghi, proprio così, di un metro.
Tommaso Fiore - "Un Popolo di Formiche" - Ed. Palomar
giovedì 11 febbraio 2010
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